Il batterio della Salmonella si rivela un alleato contro il tumore della pelle
Pubblicato il 26 dicembre 2007 da SergioUno studio effettuato dal gruppo di ricerca “Immunoterapia”, Campus Ifom-Ieo (Ifom Fondazione Istituto Firc di Oncologia Molecolare, Ieo) coordinato da Maria Resciglio, nell’ambito del Programma di Medicina Molecolare, ha individuato un batterio, Salmonella typhimurium, che se somministrato anche più volte per via orale, è in grado di scatenare una risposta immunitaria anticancro.
Il batterio Salmonella, noto per pericolose infezioni da contaminazione di cibi, diverrebbe così un alleato contro il tumore della pelle, il melanoma.
Già in passato batteri di questo genere sono stati utilizzati per scatenare il sistema immunitario e per uccidere le cellule tumorali del melanoma infettate. Non era possibile però poter ripetere le somministrazioni in caso di metastasi o recidive perché una determinata risposta immunitaria locale rendeva inutili quelle successive.
Maria Resciglio spiega che: “Quando si somministra un batterio, oltre alla risposta sistemica si induce una risposta locale cioè la produzione di anticorpi nel sangue e nell’intestino che impediscono successivi ingressi dello stesso batterio”.
Poiché la risposta locale (quella “indesiderata” nel caso di vaccino anticancro) avviene nella “Placca Pleyer”, cioè una porzione di tessuto posizionata al di sotto della mucosa dell’intestino tenue, gli scienziati hanno studiato per individuare un ceppo di Salmonella typhimurium non invasivo che, non raggiungendo la Placca del Pleyer, non scatenasse la risposta locale.
Rescigno aggiunge: “Questo ceppo non induce la produzione di anticorpi locali e potrebbe essere re-iniettato, all’occorrenza, dopo mesi o addirittura anni per scatenare nuovamente la risposta del linfociti T contro le cellule del tumore.”
Lo stesso gruppo di scienziati sta studiando un secondo tipo di vaccino “a base di batteri”che prevede l’inserimento nel DNA dei batteri da somministrare un antigene tumorale in modo tale da scatenare una risposta più precisa. I linfociti T, attivati dalla somministrazione orale, attaccherebbero le cellule infettate dai batteri e quelle che presentano quella particolare proteina.
Queste ricerche potrebbero essere introdotte nel giro di 5-10 anni nella pratica clinica.
di G.V.
Tag: batterio, Campus Ifom-Ieo, immunoterapia, melanoma, pelle, salmonella, tumore
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