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Il Wwf lancia l’allarme: zone umide a rischio

Pubblicato il 1 febbraio 2009 da Giò

In occasione della giornata mondiale dedicata alle “zone umide” che si celebrerà il 2 febbraio, data della firma della Convenzione Internazionale sulle Zone Umide siglata nel 1971 a Ramsar in Iran, il Wwf ha reso noto dei dati allarmanti: paludi, lagune e specchi d’acqua si stanno dilapidando pian piano.

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I 158 paesi che vi hanno aderito, hanno messo sotto protezione 1820 aree per una superficie complessiva di 168 milioni di ettari al fine di conservare attivamente questi ambienti e le risorse ad essi legati.
Dai dati emerge che nell’ultimo secolo circa il 60% del patrimonio mondiale è andato distrutto e ben il 90% nella sola Europa.

Tra le cause vi sono l’inquinamento, la costruzione di dighe e l’insediameno urbano.
Stando a quanto ha riferito il Wwf, le zone umide nonostante occupino solo il 6% della superficie del Pianeta, immagazzinano il 35% del carbonio terrestre globale.

Nello specifico quelle che contengono torba ne trattengono il doppio rispetto all’intera biomassa forestale del mondo. Il Wwf stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie animali totali tanto che quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono collegate a queste zone che, in inverno, ospitano oltre un milione di uccelli acquatici.

Foto tratta da: planetaazul.com.mx

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