Staminali embrionali più sicure grazie ai geni “traghettatori”
Pubblicato il 4 marzo 2009 da GiòSulla rivista Nature sono stati pubblicati due studi, uno dell’Università di Edimburgo e l’altro dell’Università di Toronto, che hanno scoperto il modo di rendere più sicure le staminali non embrionali grazie all’inserimento di un insieme di quattro geni “traghettatori”, chiamato il trasposone, rimosso una volta completato il processo di “programmazione”.
Nel Regno Unito la ricerca è stata condotta con successo da Ian Wilmut del Centro di medicina rigenerativa di Edimburgo, su un gruppo di topi, a cui sono state impiantate le staminali “riprogrammate” dalla sequenza genetica denominata “piggyBac”, che è stata rimossa successivamente.
Al medesimo risultato sono giunti i ricercatori dell’Università di Toronto, coordinati da Andras Nagy, il cui esperimento è stato fatto sia sulle cellule dei roditori sia su quelle umane.
Sebbene la sperimentazione umana appaia ancora molto lontana, i ricercatori concordano nel sostenere che la scoperta potrebbe costituire la base per il trattamento di molte patologie attualmente incurabili.
Tag: Andras Nagy, cellule embrionali, geni traghettatori, Ian Wilmut, processo di riprogrammazione, sequenza genica, staminali etiche, trasposone
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