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Qualità, risparmio e divertimento con frutta e verdura “pick your own”

Domenica 11 Maggio 2008

E’ possibile fare la spesa direttamente nell’orto delle aziende agricole raccogliendo personalmente dal terreno o dalle piante le ciliegie o il cespo di insalata, il finocchio e le zucchine che si intendono acquistare. L’iniziativa della Coldiretti nasce dal bisogno crescente di garantirsi cibi sicuri e di qualità, di risparmiare, ma anche di trascorrere più tempo all’aria aperta a contatto con la natura.

Una novità per l’Italia che in realtà è molto diffusa in altri Paesi come gli Stati Uniti e denominata “pick your own” che sta appunto ad indicare - sottolinea la Coldiretti - la possibilità offerta ai consumatori di scegliere direttamente dalle piante e nell’orto frutta e verdura freschissime nelle aziende agricole. Il sito www.pickyourown.org offre consigli utili per imprese e consumatori, come l’indicazione dei prodotti da raccogliere secondo la stagionalità, la mappa delle aziende agricole anche previsioni meteorologiche per i week end.

Intere famiglie, anche con bambini al seguito, decidono - precisa la Coldiretti - di trascorrere il proprio tempo libero lavorando gomito a gomito con gli agricoltori per imparare i trucchi del mestiere e tornare a casa con cassette di gustosi prodotti raccolti al giusto grado di maturazione.

La positiva esperienza si è dunque trasferita anche in Italia dove - continua la Coldiretti - sta conquistando un gradimento crescente perché consente a ciascuno di scegliere direttamente in campagna frutta e verdura di stagione secondo i gusti e le esigenze più varie, ma anche per il prezzo più conveniente di quello dei canali distributivi tradizionali.

Ad esempio in Sicilia, nella azienda agricola biologica di Giusy Palazzolo, delegata giovani Coldiretti siciliani, che si trova a Terrasini, la famosa meta turistica in provincia di Palermo, contrada Paterna in questo momento si possono raccogliere: fagiolini, cipolle, finocchi, scalogno e zucchine. A Trevignano in provincia di Roma nell’azienda agricola di Massimo Antonini è possibile ora raccogliere insalate, ma stanno giungendo a maturazione tutte le altre verdure di stagione, mentre a Bolgare, in provincia di Bergamo, l’azienda agricola Tomasoni Angelo, dalla metà di maggio fino alla prima settimana di luglio, apre il proprio frutteto composto da circa 720 alberi di ciliegio ai cittadini che desiderano fare la spesa in campo, raccogliendo le ciliege direttamente dai rami.

Il sistema di raccolta e acquisto di frutta e verdura self service - sostiene la Coldiretti - garantisce ai consumatori prodotti a prezzi convenienti e secondo varietà, qualità e calibro che rispondono alle esigenze domestiche con il limite, che è in realtà un pregio, della scelta strettamente legata alla stagionalità e ai tempi di maturazione dei prodotti.

In Italia - conclude la Coldiretti – si sta verificando un vero boom per gli acquisti di latte direttamente nelle stalle dove si moltiplicano i distributori automatici che offrono un prodotto appena munto, genuino, di alta qualità e con prezzi inferiori fino al 30 per cento a quelli di mercato. Sul sito www.coldiretti.it è disponibile una mappa delle “milk slot machine” che viene “servito” in una bottiglia da un litro riutilizzabile che viene riempita dopo aver inserito l’importo nella macchinetta distributrice.

Popolarità: 82%

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A Firenze l’olio di girasole alimenta un trattore ecologico

Martedì 29 Aprile 2008

Il girasole potrebbe rivelarsi un fiore molto valido per la salvaguardia dell’ambiente: il suo olio sarà usato al posto del gasolio per riscaldare, attraverso un bruciatore, delle serre in cui si producono ortaggi e far funzionare un trattore.

Presso l’azienda agricola Cammelli di Firenze, storica realtà del fiorentino nata negli anni ‘50, associata a Coldiretti Firenze-Prato, si attuerà la sperimentazione prevista dal programma ‘Voice’ promosso dal Centro ricerca energie alternative e rinnovabili (Crear) dell’Università di Firenze, supportato dalla Commissione europea DG ambiente attraverso il programma Life-Ambiente.
L’impianto per la produzione dell’olio e’ situato presso l’azienda agricola di Mondeggi-Lappeggi della Provincia di Firenze, e garantirà una capacità di circa 40 kg/h di olio impiegata per alimentare generatori da 6 kWel e 50 kWel e co-generatori da 5 kWel oltre a una micro-turbina da 30 kWel.
L’olio prodotto alimenterà il bruciatore che nel periodo invernale riscalda le serre, dove l’azienda produce ortaggi, sostituendosi al gasolio ed, in futuro probabilmente, potrà garantire l’energia necessaria per riscaldare un intero complesso scolastico.
In una nota Coldiretti spiega: “Questo è solo un primo piccolo passo verso una fonte di energia alternativa che l’agricoltura in un futuro potrebbe sfruttare e che potrà dare a molti agricoltori che decideranno di investirci notevoli benefici. Il primo e’ quello di limitare la dipendenza energetica, con effetti economici rilevanti visto il prezzo del petrolio; la seconda e’ quella di produrre energia pulita e con immissioni di Co2 nell’ambiente pari quasi a zero”.

di G.V.

Popolarità: 20%

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Clima: carenza di precipitazioni ed emergenza siccità

Domenica 23 Marzo 2008

Dopo l’inverno appena passato, che ha fatto registrare un calo delle precipitazioni del 27%, il testimone passa alla primavera: si spera che la stagione appena iniziata sia portatrice di precipitazioni per sopperire al deficit idrico e scongiurare il rischio siccità.

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Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr), rispetto al periodo di riferimento 1961-1990.

A causa dell’inverno caldo appena trascorso, la neve in montagna si è sciolta, importante riserva idrica del nostro paese; il livello del fiume Po, nonostante sia superiore agli scorsi periodi di crisi, è a circa la metà della media storica; in molte regioni come Umbria, Marche e Lazio, secondo l’Anbi, si registra un abbassamento delle falde acquifere tale da compromettere, in assenza di fonti di approvvigionamento alternative, la distribuzione potabile per uso umano.

I livelli del lago di Garda e di Como evidenziano un deficit idrico, mentre le acque del lago Maggiore hanno solo da poco raggiunto l’altezza media stagionale; nei laghi alpini, i volumi d’acqua contenuti sono inferiori alla media nei bacini del Po (in Piemonte), della Dora Baltea e del Chiese, mentre risultano confortanti le riserve d’acqua presenti nei bacini del Toce, dell’Adda, dell’Oglio e del Sarca-Mincio.

Nel Meridione nelle regioni più secche come la Basilicata e la Puglia e’ già stato richiesto l’avvio delle procedure d’emergenza per rendere compatibili le diverse esigenze nel rispetto delle prioritò previste dalle legge.
Spaventano anche eventuali bruschi abbassamenti delle temperature, poiché le gelate rischiano di danneggiare le piante da frutto come pesco, susino, albicocco e ciliegio in anticipo di fioritura fino a 15 giorni, per effetto del caldo invernale.

Coldiretti spiega: “Ma cambiamenti strutturali dovuti al clima si riscontrano anche nella distribuzione spaziale delle specie, come nel caso del faggio il cui areale (superficie abitata da una specie) si sta contraendo mentre quello del leccio si sta ampliando. E tra le piante coltivate si sta verificando un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi, mentre ai confini con la Svizzera si coltiva il sorgo e le prime arachidi sono state raccolte nella Pianura Padana dove il clima è favorevole alla produzione di grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta”.

di G.V.

Popolarità: 29%

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Coldiretti, dimezzate le api, a rischio 1/3 delle coltivazioni

Mercoledì 30 Gennaio 2008

Con una riduzione variabile dal 30 al 50 per cento del patrimonio apistico nazionale ed europeo è a rischio non solo la produzione di miele ma l’equilibrio naturale globale con effetti sulla salute ma anche sull’alimentazione, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80 per cento.

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E’ questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento ai dati divulgati dall’APAT che evidenziano nel 2007 la perdita in Italia di 200mila alveari con un danno economico per la mancata impollinazione stimato in 250 milioni di Euro. Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza - spiega la Coldiretti - dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti.

Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica ed il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api. Il fenomeno dello spopolamento, comune in molti continenti a partire dagli Stati Uniti e dall’Europa, viene denominato “Colony Collapse Disorder” (CCD) e ha effetti gravi anche in Italia dove a rischio - sostiene la Coldiretti - è una popolazione stimata in circa 50 miliardi di api in oltre 1 milione di alveari che offrono “gratuitamente” un valore del servizio di impollinazione alle piante agricole lungo tutto lo Stivale stimato pari a 2,5 miliardi di Euro all’anno.

Diverse - sottolinea la Coldiretti - sono le teorie sulle cause del profondo malessere che sta colpendo le api, come l’ipotesi di una responsabilità delle onde elettromagnetiche, che secondo uno studio inglese determinerebbe morie fino al 70 per cento, ma anche gli effetti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento ambientale nonché gli eventuali effetti di contaminazioni di organismi geneticamente modificati (Ogm). Ma tra i principali sospettati ci sono anche parassiti come virus o batteri sconosciuti e agrofarmaci che potrebbero anche agire in combinazione nell’indebolire ed uccidere le api. Ipotesi sulle quali occorre intensificare la ricerca per evitare - sostiene la Coldiretti - conseguenze disastrose per la salute e l’ambiente perché, come diceva Albert Einstein, “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Secondo stime, l a produzione totale in Italia nel 2007 è stata - conclude la Coldiretti - attorno alle 10mila tonnellate grazie a circa un milione di alveari, gestiti dai 7.500 apicoltori “professionisti” e moltissimi hobbisti. che hanno totalizzato un fatturato stimato in circa 25 milioni di euro. Gli italiani ne consumano circa 400 grammi all’anno a testa.

IL LAVORO DELLE API

• Concorrono per l’80 per cento al lavoro di impollinazione;

• L’alimentazione dipende per un terzo da coltivazioni impollinate attraverso lavoro insetti;

• 50 miliardi di api presenti in Italia in oltre 1 milione di alveari;

• L’ impollinazione delle colture in Italia ha un valore stimato in 2,5 miliardi di Euro all’anno;

• In Italia nel 2007 la produzione è stata attorno alle 10mila tonnellate grazie al lavoro di 7500 apicoltori “professionisti e molti hobbisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in circa 25 milioni di euro;

• Gli italiani consumano circa 400 grammi all’anno a testa

Fonte: Elaborazioni Coldiretti (www.coldiretti.it)

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