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Ghiaccio o polvere sul pianeta rosso? Marte stupisce ancora

Pubblicato il 2 gennaio 2008 da Sergio

Come rivela la rivista “Science”, Marte è una fonte inesauribile di sorprese che non smettono mai di stupire. Recentemente si è scoperta la possibilità che vi sia un ghiacciaio attivo lontano dai poli del pianeta e che lo zolfo (non il carbonio) sia l’elemento che ha condotto al surriscaldamento del clima.

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Se ciò trovasse conferma si rivoluzionerebbero non solo le ipotesi circa l’evoluzione di Marte ma anche quelle circa il passato della Terra.
L’ESA (European Space Agency) ha identificato i tratti del ghiacciaio in una regione chiamata Deuteronilus Mensae, tramite una telecamera ad alta risoluzione posizionata all’esterno della navicella Mars Express.
Gli scienziati hanno ipotizzato che il materiale fosse acqua ghiacciata accumulata circa 10.000 anni proveniente da una fonte sotterranea.
Ulteriori depositi di ghiaccio sono stati individuati ai poli marziani, ma questi sono vecchi milioni di anni e hanno una ampiezza parecchio maggiore.
La notizia provoca sconcerto poiché si riteneva che qualsiasi fonte d’acqua raggiungesse la superficie del pianeta rosso evaporasse velocemente ed eventualmente fluttuasse nello spazio.
Ronald Greeley dell’Arizona State University di Tempe, geologo e membro del gruppo di ricerca, conferma che sinora tutte le caratteristiche fisiche dell’immagine corrispondono a quelle di un ghiacciaio.
Nel numero del 21 Dicembre di Science un team di scienziati della Harvard University e del Massachusetts Institute of Technology offrono delle possibili spiegazioni all’insolita assenza di minerali a base di carbonio su Marte.
Un composto di biossido di carbonio nell’antica superficie marziana ha prodotto un effetto serra tale da consentire che acqua fluida scorresse sulla superficie. Il problema sta nel fatto che un tale processo avrebbe dovuto depositare sul suolo del pianeta minerali contenenti carbonio, cosa che non è stata riscontrata.
I ricercatori sono pervenuti pertanto ad un’altra spiegazione: grandi quantità di biossido di zolfo (SO2) nell’atmosfera, il risultato di una precedente attività vulcanica, hanno catturato calore a sufficienza da far scorrere acqua. Questa ipotesi spiegherebbe la grande presenza di solfati tra i minerali marziani.
Itay Halevy di Harvard spiega che rivelazioni di questo genere potrebbero lasciar intendere che “il biossido di zolfo ha avuto un ruolo ben più importante nella storia della Terra di quanto si è finora pensato”.
Il geologo Alfred McEwen dell’University of Arizona di Tucson, si esprime con cautela a riguardo poiché in passato simili configurazioni marziane si erano rivelate essere costituite da polvere indurita che assomiglia a ghiaccio nelle immagini orbitali.
da: sciencenow.sciencemag.org
Credit: ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

di G.V.

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