La fede è la chiave della felicità
Pubblicato il 19 marzo 2008 da SergioUno studio svolto da un gruppo di ricercatori della Paris School of Economics rivela che nella religione si celi uno dei segreti della felicità.
Alla conferenza della Royal Economic Society, in corso all’University of Warwick (UK), il team diretto da Andrew Clark spiega, con dati alla mano, che i credenti sono più abili a far fronte a traumi e difficoltà come licenziamenti e divorzi e, che generalmente sono soddisfatti della loro esistenza.
Clark e Orsolya Lelkes dell’European Centre for Social Welfare Policy and Research hanno usato per il loro studio i dati relativi ad una precedente ricerca sulle casalinghe per confrontare le attitudini di cristiani cattolici e protestanti in tema di felicità e problemi della vita con quelle di persone atee.
I risultati hanno rivelato che la religione funge da ‘cuscinetto’, una sorta di airbag che protegge i fedeli dalle delusioni della vita.
Clark spiega alla Bbc online: “Abbiamo iniziato a lavorare sul perché alcuni Paesi europei avessero benefit più generosi per i disoccupati ma la nostra analisi suggerisce che le persone credenti risentano meno delle insidie psicologiche dovute alla mancanza di lavoro, rispetto a chi non crede. E sono anche più soddisfatte della propria vita”.
I ricercatori sottolineano che il buon umore e la positività dei credenti sia dovuta da uno stile di vita peculiare, basato su un nucleo familiare stabile e sulla costruzione di relazioni solide.
Inoltre, nonostante le persone religiose siano contro il divorzio, a livello psicologico risentono meno di una separazione, qualora essa si verificasse.
Nella foto in alto alcuni dei principali simboli religiosi. Da in alto a sinistra: croce latina (Cristianesimo), stella di David (Ebraismo), omkar (Induismo), stella a nove punte (Bahaismo), mezzaluna (Islam), croce del sole (Neopaganesimo), yin e yang (Taoismo), torii (Shintoismo), ruota del Dharma (Buddhismo), khanda (Sikhismo), svastica (Giainismo), mano (Ahimsa), fiore di loto con fiamma (Ayyavalismo), tre lune della Dea triplice, cross pattée (Ordine Teutonico), mani di Dio (Slavismo).
di G.V.
Tag: Economic, Economics, fede, felicità, Paris, religione, Royal, School, Society
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20 marzo 2008 alle 12:14
E’ questo il più antico ricorso verso quelle forze che l’uomo non riesce a spiegarsi. Non è la presenza particolare di un dio particolare, ma l’idea vaga quanto incoerente che invocando, un essere superiore( che magari esiste) si possa trovare aiuto.Credere in questo, simboleggia la nostra incapacità, morale e pratica, di fare fronte alle difficoltà. IN breve, credere rimane il primario istinto umano di auto difesa.
19 aprile 2008 alle 23:04
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