Nuovo test per stanare anche la più piccola quantità di glutine
Pubblicato il 7 ottobre 2007 da SergioIn ausilio al crescente numero di pazienti celiaci giunge un nuovo metodo per l’identificazione del glutine non solo nei cibi freschi ma anche nei medicinali e in prodotti insospettabili, quali francobolli e colla delle buste. Questa nuova tecnica basata sulla spettroscopia di fluorescenza di correlazione (Fcs) è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biochimica delle proteine del Cnr di Napoli.
Gli esiti ottenuti dalla nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione di 0.006 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili del problema, contro le 32 ppm dei metodi attualmente in commercio.
Lo studio è stato effettuato in laboratorio su un gruppo di topi cresciuti per svariate generazioni con una dieta priva di glutine. Sabato D’Auria spiega- “Esposti per la prima volta al glutine, i topi hanno prodotto immunoglobuline (IgG), con maggiori specificita’ per le gliadine rispetto a quelle prodotte da topi alimentati con una dieta normale”. In seguito, “un campione di cibo e’ stato sciolto in un cocktail di enzimi, miscelata con una soluzione concentrata di gliadine marcate con una molecola fluorescente. Abbiamo poi aggiunto alla mistura le IgG isolate dal ceppo di topi selezionato”. Così, attraverso la tecnica spettroscopica i ricercatori rintracciano i livelli di fluorescenza e nel caso in cui si riscontrasse la presenza di glutine nel cibo, le gliadine non marcate competerebbero con quelle fluorescenti e si legherebbero agli anticorpi.
Conclude D’auria, che “è possibile, così, misurare la presenza di gliadine fluorescenti libere in soluzione; misura, questa, direttamente proporzionale alla quantità di glutine presente nel campione di cibo analizzato”.
di G.V.
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