Appello di ricercatori e scienziati ai candidati politici: sfruttiamo il solare!
Venerdì 4 Aprile 2008L’Italia, terra di sole e di mare, è in grado, con le risorse naturali di cui dispone, di fornire energia al Paese.
E’ questo il messaggio sostenuto da oltre seicento docenti e ricercatori universitari, i quali sottoscrivono un appello ai candidati delle prossime elezioni 2008, in cui si legge: “In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale sentiamo il dovere di informare la classe politica e il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute e il benessere delle generazioni future”. E continua: “Tutti gli esperti ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall’uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale”.
Alla questione del nucleare, che è tornata recentemente alla ribalta, gli scienziati oppondono la convinzione che il ricorso all’atomo sia una falsa soluzione: “Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità dei combustibili nucleari”.
Si sollecita pertanto il nuovo governo, qualunque esso sia, a non accantonare l’uso del solare come fonte di energia rinnovabile, sicura ed alternativa poiché : “Il sole infatti è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale”.
La versione integrale del testo e l’elenco completo dei ricercatori firmatari, sono consultabili sul sito www.energiaperilfuturo.it, dove anche i semplici cittadini potranno sottoscrivere l’appello.
di G.V.
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