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Un viaggio tra “geni” che appassiona la ricerca italiana finanziata con i fondi Telethon. Le ultime conquiste accrescono le speranze per la cura delle malattie genetiche e i disturbi del comportamento

Pubblicato il 4 novembre 2007 da Sergio

In poco più di un mese abbiamo avuto conoscenza di due grandi traguardi raggiunti dagli studiosi per la Terapia Genica.

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Il primo , divulgato sulla rivista “Biotechnology”, riguarda la tecnica messa a punto per riscrivere la sequenza del D.N.A. in cellule staminali, sfruttando dei virus modificati che hanno fatto da vettori per trasmettere l’equipe microchirurgica nelle cellule, consentendo la sostituzione di cellule difettose con altre direttamente in vitro. La correzione genetica, già effettuata a mezzo copie artificiali del gene, che non potevano, però, raggiungere il funzionamento perfetto di una cellula normale, ora può avvenire direttamente sul DNA, dove si riscrive la sequenza del gene.
La ricerca si è avvalsa del contributo dell’Istituto San Raffaele- Telethon di Milano, dell’Università Vita Salute del San Raffaele e dei ricercatori californiani del Sangamo Biosciences, che hanno fatto uso di tecnologie avanzate per l’ingegnerizzazione delle proteine che agiscono su una specifica sequenza del DNA, facendo uso di chirurghi molecolari, “ dita di Zinco”, microbisturi , enzima che taglia il DNA e stimola la ricombinazione omologa.
Il secondo, di cui si è avuta notizia nel mese di ottobre, riguarda la scoperta del gene COUP-TF1 che assume il ruolo di “architetto” del cervello perché “organizza” oltre 50 aree della corteccia cerebrale, costituita da neuroni.

La ricerca, condotta in collaborazione fra il Tigem ( istituto Telethon di gentica e medicina) di Napoli e l’istituto Salk che ha sede in California, ha scoperto che il gene delimita i confini di aree che presiedono a diverse funzioni vitali, sensoriali e motorie, tra cui l’apprendimento, i ricordi, le emozioni . Disattivando il gene, scoperto in alcuni modelli animali, gli studiosi hanno rilevato che senza il suo controllo, l’area destinata ad elaborare gli stimoli esterni, somatosensoriali si rimpiccioliva, mentre quella destinata a coordinare i movimenti si ingigantiva, senza però che la corteccia, nel suo insieme, subisse modifiche. La scoperta fornisce un contributo notevole alla teoria psicologica delle “ intelligenze multiple” secondo cui ad accrescere l’intelligenza contribuiscono un mix di abilità che possono essere più o meno sviluppate ed , inoltre può fornire la base neurologica per lo sviluppo dei comportamenti.

di D.T.

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